Risotto all'erba del Buon Enrico



Se c'è una cosa che mi piace fare specialmente in estate è camminare a lungo. Il trekking è una perfetta parodia della vita, un cammino a volte piacevole a volte faticoso, ma sempre diverso e unico. 
Fare lunghe passeggiate tra i miei monti mi restituisce quel senso di pace e di "serenità", quel contatto con la Natura di cui facciamo parte e a cui oramai troppo spesso ci scordiamo di appartenere. L'estate in montagna è il momento che dedico a fare il pieno di ossigeno, di silenzio, di pace, lontana dallo stress che il quotidiano impone.
Da sempre lungo il cammino, mi piace cercare le erbe che un tempo con tanta facilità venivano usate in cucina dalle nostre nonne, che le conoscevano perfettamente e potevano farne largo uso in modo consapevole, e non solo in cucina. 
Oggi invece quell'antica sapienza è purtroppo gradualmente andata perduta e sebbene la Natura sia ugualmente generosa e prodiga di tanti suoi frutti, questi rimangono troppo spesso incolti, visto che molti di noi ne ignorano l'esistenza.
Per fortuna ho amici meravigliosi che con pazienza continuano ad insegnarmi a riconoscere tutte le erbe spontanee e commestibili che abbiamo a disposizione su per i nostri amati monti.
Quella che ho usato oggi per il risotto è la famosa "ERBA DEL BUON ENRICO" uno spinacio selvatico che adoro! 
Eccola:


Sono un paio di anni che ho imparato a riconoscerla e raccoglierla grazie allo zio Giulio, che mi ha istruita circa il suo riconoscimento. 
Da allora ogni estate la raccogliamo e ne facciamo scorta mangiandola in molti modi differenti. 
Il gusto è proprio quello dello spinacio, ma un pò più deciso di quello tradizionale e personalmente, essendo amante dei gusti forti, la preferisco!
Il modo in cui amo di più gustare l'erba del buon Enrico è stufata in padella con un bel pezzettino di burro di malga, ma anche in frittata, nello sformato, insomma potete cucinarla in tutti i modi in cui solitamente preferite degustare gli spinaci.
Questa volta ho optato per un risotto che ci è piaciuto moltissimo e di cui voglio appuntarmi la ricetta per non scordarla, oltre che lasciarvela.

Ingredienti: (dosi per 3 persone)
250 g di riso carnaroli
1 piccola cipolla bionda
3 manciate di erba del Buon Enrico
1 ciuffetto di menta selvatica
50 g di burro di malga
2 manciate di parmigiano grattugiato
100 g di toma piemontese dal gusto delicato
1 bicchiere di vino bianco
2 cucchiai di olio extra-vergine di oliva

Procedimento:
Affettare sottilmente la cipolla e farla stufare in un tegame a bordi alti, aggiungere l'erba del buon Enrico dopo averla ben pulita, lavata (con un cucchiaio di bicarbonato) e ben risciacquata in acqua fredda e un ciuffetto di menta. Far appassire quasi completamente le erbe. Aggiungere l'olio e il riso e lasciarlo tostare 5 minuti prima di sfumare con il vino ed aggiungere l'acqua già calda. Gradualmente portare a cottura il risotto, aggiungendo un mestolo d'acqua per volta rigirando di tanto in tanto con un cucchiaio di legno. A cottura ultimata mantecare con il burro, il parmigiano e la toma tagliata a dadini. 
Servire ben cado con un'altra spolverata di formaggio, se piace.

NOTE SULL'ERBA DEL BUON ENRICO
Quest'anno ho comprato un libro di Mauro Vaglio sulle erbe alpine molto carino e davvero interessante. 
Sul libro sono indicate 260 erbe alpine ed è citata anche l'erba del buon Enrico così chiamata in onore del re Enrico IV di Navarra (il Buon Enrico dicevano i francesi) che secondo la leggenda in tempo di carestia aprì le porte del suo castello consentendo al popolo di cibarsi di quest'abbondante erba spontanea commestibile e molto nutriente. 
Denominata anche farinello, poichè sul margine inferiore delle sue foglie, c'è una sorta di polverina bianca, caratteristica che aiuta a distinguerla, oltre alla sua forma che si evince dalla foto qui sopra. Si può trovare e raccogliere sulle Alpi da 500 a 2100 metri di altezza. 
Come l'ortica cresce nei prati ricchi di materia organica, infatti è facile trovarla in prossimità dei pascoli e degli alpeggi. 
Meglio coglierne solo gli apici delle foglie ancora tenere staccandole singolarmente alla base del picciolo lasciando nel terreno la radice evitando di estirpare l'intera pianta. 
E' un'erba molto ricca di ferro, Vitamina B, saponine ed acido ossalico, da usarsi quindi in chi ha carenza di questi nutrienti, ma con cautela in caso di problemi renali. 
Ha un effetto lassativo e vermifugo e come dicevo è davvero saporita, anche meglio dello spinacio. Se la trovate provatela!

Un abbraccio di fine estate... 
  


6 commenti:

  1. Ovviamente da romana.. che vive in città.. ignoro tutte queste belle erbette.. che apprezzo tantissimo ma che proprio non saprei riconoscere! Questo simil spinacio non l'ho mai sentito.. chissà che bontà il tuo risotto!!! Un bacione cara

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    1. Davvero buono Cla! Se mai capitassi a Torino sarei felicissima di andarne alla ricerca con te!
      Un bacio grande grande!

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  2. ma davvero interessante! mi pare di capire però che cresce in montagna, giusto?

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    1. Sì Elena in prevalenza la trovi sulle Alpi nelle vicinanze degli alpeggi, dal momento che per crescere necessita di un terreno molto ricco di materia organica. Tuttavia cresce anche ad altitudini inferiori segnalata dai 500 ai 2100 metri!
      Un grande abbraccio a presto

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  3. Non mi sono dimenticata eh :)
    L'inizio della nuova avventura scolastica ed altre mille incombenze ci hanno messo lo zampino, rimedierò al più presto ^_^
    Chiedo a mio suocero se conosce quest'erba, mi piacerebbe tantissimo assaggiarla!!
    Un bacione grande cara Any, TVTB <3

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  4. Anche per me la montagna ad Agosto è il posto che prediligo in assolutoe queste erbe che crescono spontanee sono un bellissimo regalo della natura. Sarei proprio curiosa di assaggiare questo risotto. Buona serata

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